domenica 4 novembre 2012

A VOLTE BASTA UN ISTANTE

Ci affanniamo una vita a capire il senso delle cose, a ricercare l'essenziale, ad indagare il nostro animo per avere le risposte e poi basta un episodio, un incontro, un frangente e la verità si svela nella sua nudità, a volte dura, a volte elementare, e a noi non resta che accoglierla e farla nostra. Molto spesso sono i dolori e le sofferenze più grandi a spalancarci gli occhi sulla verità, e forse proprio per questo diventano meno duri da sopportare, perché ne comprendiamo quasi la necessità per la nostra vita, per la nostra evoluzione come esseri umani.

Non mi interessa qui raccontare le verità che ho appreso dalle mie sofferenze, ma mi piace citare, su questo tema, uno degli incipit secondo me più riusciti della letteratura contemporanea; è l'incipit di Shantaram, di Gregory David Roberts, un romanzo meraviglioso che mi è stato donato e per questo è ancora più prezioso.

Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare
quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita.
Per capire l'essenziale, però mi è bastato un istante, mentre mi torturavano 
legato ad un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente
riuscii a comprendere che nonostente i ceppi e la devastazione del mio corpo
ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando
oppure di perdonarli. Non sembra un granché, me ne rendo conto. Ma
quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà 
del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, 
odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.                            
                               

Quando si dice che il pensiero rende liberi...

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