domenica 4 marzo 2012

Multitasking bye-bye


Noi donne siamo le portabandiera del multitasking: perché svolgere comodamente un compito per volta quando ci viene facile combinarne due o tre insieme? Perché rinunciare a quel “sottile” senso di superiorità nei confronti del maschio, che invece ostenta beato i suoi limiti e si concede il lusso di fare una cosa alla volta?
E se ci stessimo perdendo qualcosa?

Sin da piccole impariamo l'arte di conciliare più attività contemporaneamente: studiamo ascoltando musica, ci trucchiamo parlando al telefono, oppure cuciniamo mentre rigoverniamo casa. Io per prima, non sono mai riuscita a fare una cosa per volta, mi sembrava di perdere tempo... E così, ad esempio, studiavo facendo stretching sul lettone dei miei oppure, quando ero in giro a piedi o in macchina, ascoltavo le cassettine dei corsi di lingue, per perfezionare il mio inglese.

Ultimamente, però, comincio a perdere colpi: l'altra sera, parlavo al telefono con mia madre, tenendo il cellulare tra l'orecchio e la spalla, nel frattempo lavavo i piatti e mi preparavo la cena; al momento di versare la pasta nell'acqua bollente ho fatto cadere i rigatoni dappertutto e il telefono è finito nel lavandino!
Mi sa che mi sono davvero sopravvalutata: sarà forse arrivato il momento di imparare a concentrare l'attenzione su una singola azione, senza tentare ogni volta di sfidare la sorte con inutili acrobazie?

Uno spunto di riflessione mi è arrivato da un libro molto interessante, che consiglio a tutti: Alchimia emotiva, di Tara Bennet-Golemann, una psicoterapeuta americana. Il testo si propone come una sintesi tra le terapie cognitivistiche occidentali e la psicologia buddhista, che mira ad aiutarci a superare alcuni schemi emotivi dolorosi e a farci raggiungere la felicità.
L'assunto di base è che molte delle cose che facciamo nella vita sono condizionate da abitudini inconsce, e il primo passo per cambiarle è diventare consapevoli di quello che facciamo e di come agiamo.
A questo scopo, diventa importante imparare a fare una cosa per volta: concentrando tutta la nostra attenzione su una singola attività, il nostro agire perde meccanicità e diventa più consapevole.

Il primo esercizio proposto dalla Bennet è quello di imparare a mangiare con piena coscienza; concentrarsi su questa singola azione, ci fa rendere conto di quanti aspetti e sfumature ci perdessimo prima: il cibo acquista più sapore, la masticazione è più lenta e regolare, prendiamo coscienza più rapidamente del senso di sazietà.
Un secondo esercizio, è quello di camminare con piena coscienza: in questo modo, saremo più attenti a come facciamo i passi, a come ditribuiamo il peso del corpo e osserveremo più coscientemente quello che incontriamo lungo il nostro tragitto. Tutto ciò ci renderà più lucidi, meno distratti e quindi più presenti a noi stessi.

L'obiettivo di questi esercizi è quello di apprendere il modello della piena coscienza nel mangiare e nel camminare e trasferirlo ai nostri comportamenti, alle nostre azioni quotidiane, in modo da prendere coscienza delle abitudini che ormai sono automatiche e ci impediscono di progredire.

Ecco, dunque, il punto: abbandonare la modalità multitasking non vuol dire rinunciare ad essere efficienti e organizzate, ma imparare a vivere a pieno ogni esperienza, ogni momento, scegliendo di volta in volta come agire, senza riprodurre vecchi schemi di comportamento che non ci fanno crescere. Adottare lo schema maschile “one task at a time” ci permette di aprire la mente a soluzioni diverse e di sperimentare il nuovo. Sarà forse questa la ragione per cui gli uomini progrediscono più rapidamente di noi in certi campi?!

In ogni caso, vale la pena provarci: diciamo addio, almeno per un po' al multitasking, e proviamo a goderci una cosa alla volta, a focalizzarci su un'azione per volta. E quando proprio saremo costrette a conciliare tante attivita', specie se si è mamme oltre che lavoratrici? Impariamo a delegare, anche ai nostri tanto amati uomini!