domenica 29 gennaio 2012

Il lusso è una scarpiera


Ad ognuno i suoi quesiti irrazionali: il giovane Holden si arrovellava su dove andassero a finire le papere di Central Park durante l'inverno, io più modestamente, mi sono sempre interrogata su dove fossero collocate le calzature in casa degli altri, ovvero: dove mettono le scarpe tutti, quando tornano a casa?

Probabilmente, la mia esperienza familiare in merito a questo tema deve avermi traumatizzata parecchio! In effetti noi, fin da quando eravamo piccoli, abbiamo sempre riposto le scarpe sotto il letto. Uno arrivava a casa, si toglieva subito le scarpe, perché sennò "tutto lo sporco che sta fuori lo porti dentro", e poi le deponeva sotto il proprio letto. Considerando che io dividevo la mia stanza con mio fratello e mia sorella (quindi tecnicamente non era proprio la "mia" stanza), si può facilmente immaginare il numero di scarpe che albergava in quello spazio di quattro metri per cinque!

In realtà, le scarpe che non venivano usate, perché "fuori stagione", rimanevano chiuse ogni paio in una scatola; le altre, quelle " di tutti i giorni", erano invece a portata di mano e, fortunatamente, devo dire che il livello qualitativo dell'aria della nostra camera non ne ha mai risentito: forse perché eravamo piccoli, ma non si puzzava, ecco!

In ogni caso, le scarpe sotto il letto non sono mai state la mia passione. Innanzitutto, mi hanno sempre messo addosso un senso di inquietudine: non di rado capitava che vedessi spuntare sotto il copriletto la punta di uno scarponcino o di uno stivale, e subito immaginavo un corpo di donna che proseguisse su quella calzatura; come se, per qualche misteriosa circostanza, un cadavere fosse stato adagiato, in maniera peraltro molto scomoda, proprio sotto il mio letto! ...forse è da questo che deriva la mia abitudine di dare un'occhiata sotto il letto ogni sera prima di dormire, tanto per stare più tranquilla...

In secondo luogo, avere tutte quelle scarpe sotto il letto è di una scomodità assurda quando si vuole pulire il pavimento. Ogni volta che si doveva passare l'aspirapolvere, e il più delle volte era una mansione di mia competenza, voleva dire spostare tutte le scatole ad una ad una, spostare tutte le paia di scarpe "a piede libero", aspirare i ciuffi di polvere che si erano insinuati ovunque, specialmente sui lacci delle scarpe, e poi rimettere tutto a posto!

Se, in più, c'era da lavare per terra, e questo in tutta onestà di solito lo faceva mia madre, tutte le scarpe e tutte le scatole dovevano traslocare nel corridoio e stazionare lì fino a che il pavimento non fosse asciutto. Ricordo che osservando la stanza così sgombra dalle calzature provavo un gran senso di ordine e pulizia, ma durava poco, perché poi tutto tornava come prima. I lunghi copriletti che arrivavano fino a terra, non certo per un caso, nascondevano le oscure presenze all'occhio umano, ma io sapevo che le scarpe erano sotto di noi e questa cosa non mi piaceva per niente!

Quando ci siamo trasferiti a casa nuova, finalmente una casa vera, con infissi veri che non ci pioveva più dentro, con tanta luce e tanti metri quadri in più, le cose sono un po' migliorate. Finalmente avevamo un ripostiglio, che in una famiglia di cinque persone è una gran cosa, e quello è diventato il nuovo deposito delle scarpe "non di tutti i giorni". L'organizzazione funzionava così: su uno scaffale di quelli metallici da cantina, ognuno di noi aveva un ripiano per mettere tutte le sue scarpe, rigorosamente riposte in una scatola, sulla quale mia madre aveva segnato il contenuto con un pennarello nero. Ad esempio: SCARPE BLU MAMMA , SCARPE MATRIMONIO PAPA', etc... Purtroppo, però, l'ordine nelle scatole durava poco e alla fine quelle scritte non facevano che confonderti le idee e farti perdere tempo, perché andavi a colpo sicuro su "STIVALI BASSI FRANCY" e trovavi "ANFIBI VECCHI PAOLO": che stress!

Ma la cosa curiosa è che le scarpe "di tutti i giorni" non avevano accesso al ripostiglio, nooo! Tutti noi, appena arrivati a casa, eravamo tenuti a riporre le nostre calzature in un mobile apposito, posto sul balcone del lato cucina: era il vecchio mobile frigo, riempito con un carrellino portafrutta in plastica, e lì, al posto di mele, pomodori o cipolle, erano ben schierate sui vari ripiani tutte le scarpe di famiglia, che prendevano allegramentre il fresco!
Non potrò mai dimenticare in inverno, la "piacevolissima" sensazione nell'indossare le mie scarpe da ginnastica appena prese da fuori. Oppure le volte che, ancora calda del letto, mentre ero intenta a far colazione, vedevo mio padre pronto per andare a lavoro e temevo la frase: "Mi prendi le scarpe da fuori?"- "Ma perché non te le prendi da solo ché sei già vestito, non vedi che se esco così mi prendo la broncopolmonite?!" Ovviamente queste cose le pensavo soltanto, poi inspiravo profondamente, come per prepararmi ad un'immersione in apnea, uscivo di corsa sul balcone, recuperavo le scarpe di papà e ricorrevo a tuffarmi sotto le coperte!

Fin qui la storia delle scarpe a casa dei miei, poi sono andata a vivere da sola, ma non è che la situazione sia cambiata tantissimo: in dieci anni a Roma ho fatto otto traslochi e, nelle varie sistemazioni, il problema-scarpe è rimasto una costante. La mia collezione si è via via allargata (nulla a che vedere tuttavia con la media di una qualsiasi donna vagamente fashionista - e meno male direi!), ma le paia che trovano posto nelle mie due scarpiere di Ikea sono solo una minima parte. E le altre? Continuo a riporle nelle scatole, che lascio però in cantina (perchè in casa proprio non ci stanno) e qualche volta le metto ancora sul balcone. Ma mai sotto il letto!

Presto spero di poter acquistare una casa tutta mia e l'unica cosa che desidero veramente, oltre ad un armadio quattro stagioni, è un mobile grande, un mobile a tutta parete per le mie scarpe; perché una cosa in questi anni l'ho capita: il vero lusso è avere una scarpiera!



mercoledì 25 gennaio 2012

La creatività salverà il mondo!

La danza di Matisse
Una società che replica se stessa all'infinito è una società che inevitabilmente arriva allo stallo. Questo è quello che è successo al nostro sistema-mondo, che ormai non può che riconoscersi al capolinea, pena l'autodistruzione; un mondo che per sopravvivere è destinato a cambiare, ad evolversi. E solo attraverso persone creative, capaci di pensare altri mondi possibili, capaci di innovare senza imitare modelli già esistenti, si potrà superare questa fase. Creiamo dunque, sperimentiamo, senza paura di sbagliare o del giudizio. La creatività salverà il mondo!

Yoga per il risveglio

I MIEI CONSIGLI DI YOGA PER UN BUON RISVEGLIO A "BUONGIORNO CIELO"

sabato 21 gennaio 2012

Della bellezza e della nuova femminilità

Da piccola non contemplavo la categoria del 'bello', non  mi hanno insegnato a farlo; o meglio non mi hanno insegnato a considerarlo come un valore positivo. Positivo invece, cioè giusto, era l'essere 'bravo', 'buono', 'serio' e 'volenteroso'.

Sono cresciuta, quindi, quasi condannando la bellezza come qualcosa di vuoto e superficiale, giudicando inconsciamente l'amica vanitosa che si imbellettava prima di uscire o le ragazze che partecipavano ai concorsi di belllezza, permettendo agli altri di valutarle unicamente dal punto di vista estetico.

A lungo ho mal vissuto la dicotomia tra forma e contenuto, sostanza e apparenza, effimero ed essenziale... fino a quando la danza e il mestiere di ballerina mi hanno costretto a guardarmi dall'esterno e a confrontarmi con l'immagine di me stessa percepita dagli altri. L'impatto è stato straniante e traumatico.

Solo col tempo sono riuscita a trovare una difficile mediazione tra 'dentro' e 'fuori', fino a giungere alla conclusione che la bellezza può e deve essere considerata un valore, ancor più quando essa sia frutto ed espressione di una profonda interiorità: un 'bello pieno' per intenderci!

A questo proposito mi piace l'dea di poter condividere questo testo scritto da Melissa P., che trovo davvero 'bello', per rimanere in tema!


"La mia insegnante di italiano del liceo diceva:'Se leggi sarai bella per sempre e non invecchierai mai'. Noi giovani e impacciate studentesse eravamo germogli di una nuova umanità, pronte a sovvertire le regole con le quali siamo state cresciute: in noi nessuna ribellione, né voglia di trasgredire, solo una potente necessità di recuperare la saggezza antica che secoli di oscurità ci hanno strappato via, lasciandoci spesso perse e scarnificate ai margini di una strada.

E allora abbiamo cominciato a coltivare la nostra bellezza prendendoci cura del nostro spirito, praticando yoga o allenandoci al silenzio che, se ben ascoltato, può essere una speciale cassa di risonanza che trasmette informazioni inudibili nella chiacchiera e nel frastuono urbano.

Leggere, stimolare le masse cerebrali, sviluppare senso critico e stimolare la sensibilità sono esercizi che rendono belli gli occhi, trasformano i bruschi movimenti del polso in gesti aggraziati, un accavallarsi di gambe e la piega del collo non sono più forme, ma piena sostanza.

Si nasce dalla spuma del mare, come Afrodite, si esplode fertili e ricche di vita come Demetra nalla sua stagione felice. E' questa la nuova seduzione femminile: la donna accoglie e diffonde tutti gli elementi, li mischia, li plasma. In un solo corpo di femmina si può udire il suono del vento, toccare il battito della terra, scaldarsi al fuoco, ricevere consolazione dalle acque. Tutte belle perché intelligenti.

Melissa P.



giovedì 19 gennaio 2012

APPUNTAMENTO SU CIELO

Appuntamento Lunedì 23 gennaio, ore 8.00, per il mio nuovo intervento di Hatha Yoga a Buongiorno Cielo. Questa volta parliamo di esercizi per un buon risveglio!

Prepariamoci alla nuova era!

Nasce oggi il mio primo blog, dalla spinta a creare qualcosa che sia solo 'mio' nel senso più positivo del termine: da troppo tempo ormai, sento il peso di far dipendere la mia vita da un datore di lavoro sempre nuovo, da un contratto sempre a breve termine e da uno stipendio che arriva quando lo decidono altri! Questo spazio sarà libero, indipendente, duraturo (almeno finché ne avrò voglia!) e vorrei che fosse un contenitore di quanto di bello possiamo godere, anche in tempi di crisi economica e finanziaria come quelli che stiamo attraversando. 

C'è chi dice che il 22 dicembre 2012 ci sarà la fine del mondo, io credo invece che quella data segnerà l'inizio di una nuova era, l'era dell'Aquario, una fase di pace e spiritualità, un nuovo Umanesimo. Impossibile, allora, pensare di arrivare impreparati a quel giorno... Sarebbe utile invece, immaginando di doverci preparare per un incontro importante o per un  lungo viaggio,  utilizzare i giorni che ci separano dal 22 dicembre per coltivare noi stessi, la nostra spiritualità, il nostro intelletto e anche il nostro corpo. Non sono necessari stravolgimenti eclatanti della nostra, ma piccoli gesti quotidiani, compiuti con consapevolezza: fermarsi ad ascoltare il proprio respiro prima di addormentarci, apprezzando il fatto di essere vivi; leggere un buon libro e condividerne il racconto con un amico; fare esercizio fisico con lentezza e concentrazione; cucinare per una persona cara; sorseggiare una tisana e fermare su un foglio i propri pensieri a fine giornata...

The Page of Aquarius è uno spazio aperto a chiunque voglia condividere un cammino di crescita e di gioia per prepararci all nuova era.. Benvenuti!!